Pubblichiamo il comunicato stampa di CIAC Onlus
Oltre 250 persone hanno protestato lo scorso sabato 6 marzo a Parma contro le violenze che donne, bambini e uomini subiscono ogni giorno lungo la rotta balcanica, con l’unica colpa di tentare di raggiungere l’Italia per avere una vita migliore.
La manifestazione, indetta da Ciac (Centro immigrazione asilo e cooperazione internazionale) insieme a diverse realtà del terzo settore parmigiano, si è svolta sul ponto di Mezzo, nel pieno rispetto delle normative anticovid. L’iniziativa era parte integrante della serie di proteste “Un ponte di corpi” partita dalle associazioni triestine che quotidianamente lavorano al fianco di cittadini migranti che tentano di attraversare il confine.
I manifestanti hanno pacificamente occupato la strada per poi srotolare una lunga bandiera della pace e bloccare simbolicamente il traffico all’incrocio con via Mazzini. In molti esponevano cartelli che chiedevano la fine delle violenze e il cambio della politica di Italia e Unione Europea rispetto ai migranti.
“La polizia di frontiera italiana – ha spiegato Emilio Rossi, presidente di Ciac – rimanda illegalmente i richiedenti asilo attraverso la Slovenia e la Croazia in Bosnia, dove vivono in condizioni disperate. Noi denunciamo che nonostante nella giornata della memoria si dica ‘mai più’, in realtà ora assistiamo a campi di concentramento alle frontiere creati anche con la complicità dell’Italia e dell’Europa e questo è disumano”.