Il 3 dicembre scorso si è tenuta all’auditorium dell’Assistenza Pubblica di Parma la cerimonia di consegna ufficiale del Premio Anmic Parma 2021, quest’anno assegnato a Gianluca Molardi e Danilo Amadei.
Nella Giornata Internazionale dei Diritti delle Persone con Disabilità, Anmic Parma,la più grande associazione di tutela e rappresentanza delle persone con disabilità, ha festeggiato la sesta edizione del riconoscimento che va a “persone che si sono distinte per aver accresciuto in maniera significativa il valore culturale, sociale, civile della nostra comunità, grazie alle proprie azioni sul fronte dei diritti delle persone con disabilità”. Se il premio, lo scorso anno, non si era potuto svolgere alla presenza di pubblico a causa dell’epidemia da Covid-19, quest’anno l’auditorium dell’Assistenza Pubblica ha potuto accogliere una settantina di persone, per restituire, per quanto è concesso, la vicinanza in un momento speciale come quello della premiazione.
I premiati
Gianluca Molardi, parmigiano, ingegnere analista strutturale dell’azienda Dallara Automobili di Varano de’ Melegari, tetraplegico a causa di un incidente stradale. Grazie ad un software (FaceMouse), messogli a disposizione dalla Dallara, è in grado di progettare sofisticati sistemi, rimanendo seduto sulla carrozzina o addirittura sdraiato a letto. Grande appassionato di motorsport, ha fatto della sua passione un lavoro: in Dallara si occupa dell’analisi strutturale dei componenti delle vetture da competizione, con un lavoro finalizzato alla ottimizzazione della performance. La sua storia è una grande testimonianza di coraggio e volontà di superare le barriere, nonché l’esempio di un’azienda che trova soluzioni affinché una propria risorsa riesca a non risentire dei limiti dovuti alla disabilità, ma possa invece mettere in campo le proprie abilità.
“Un grazie ad Anmic, sono sorpreso da questo premio, io non faccio altro che fare il mio lavoro, che coincide con la mia passione – ha raccontato Molardi -. Il significato di questo premio sta nel fatto che, fornendo i giusti software a persone con disabilità, si permette loro di esprimere le loro potenzialità. Dopo l’incidente stradale del 1998 è cambiato tutto: un lungo percorso di riabilitazione, durato circa due anni. Già nei primi anni universitari ho avuto il supporto del servizio tutor alla pari, grazie a Emilia Wanda Caronna, fondamentale per me. Sono stato assunto nel 2010 alla Dallara, dopo la tesi di laurea: un altro privilegio che ho avuto in questi 11 anni è l’aver visto questa azienda crescere ed allargarsi, tra successi ed emozioni. Un ringraziamento anche all’ingegnere Giampaolo Dallara e a Luca Pignatta, capo progettazione dell’azienda. Il premio lo dedico ai miei genitori, che hanno fatto il possibile in questi anni per mantenermi e per farmi vivere la vita nel miglior modo possibile, e anche all’ingegnere Dallara”.
Giampaolo Dallara, fondatore dell’omonima azienda, non ha trattenuto le lacrime: “Gianluca riesce a fare il suo lavoro come se la sua situazione non gli ponesse dei limiti – ha detto Dallara -. Ciò che fa lo fa bene: ha la facoltà di attirare le simpatie di tutti, sa volere bene e sa farsene volere”.
Tra le tante immagini che hanno fatto da sfondo al racconto di Molardi anche la foto che ritrae l’ingegnere insieme a Frank Williams, recentemente scomparso, figura chiave nella storia della Formula 1.
L’altro premiato è Danilo Amadei, parmigiano, è attualmente Presidente del Cepdi (Centro Provinciale di documentazione per l’integrazione scolastica, lavorativa e sociale) e della Fondazione Trustee; in passato ha ricoperto la carica di assessore comunale alle politiche sociali ed è stato presidente del Consorzio di Solidarietà Sociale per oltre vent’anni. Ha partecipato attivamente alla fondazione di oltre 20 tra associazioni e cooperative, e ha pubblicato più di 200 tra articoli e saggi che trattano tematiche come la scuola, la cooperazione sociale, le politiche sociali e la non violenza. È un punto di riferimento per tantissime persone e famiglie. Ha poi voluto e ideato la mostra “Parma di tutti. Le radici del futuro”: un’esposizione sull’evoluzione dell’inclusione sociale delle persone con disabilità dagli anni Sessanta ai giorni nostri, chiusasi proprio oggi, dopo due mesi, a Palazzo Giordani.
“Qui mi sento a casa – ha esordito Amadei -. Accetto volentieri questo premio, ma come corista e non come solista. Un coro che ha sempre avuto come spartito la Costituzione Italiana: la nostra base, che accomuna tutti nel non escludere nessuno. La situazione attuale ci sta facendo capire quante persone stanno perdendo occasioni, per colpa del Covid-19. La mostra “Parma di tutti. Le radici del futuro” (curata proprio da Amadei, ndr) di cui sono molto contento, ha avuto risultati inimmaginabili: una storia che viene raccontata attraverso documenti che siamo riusciti a trovare sull’inclusione delle persone con disabilità. È una mostra che guarda avanti, che però pone l’accento sui problemi ancora esistenti. In ambito lavorativo rischiamo che molte persone non riescano a proseguire col loro progetto di vita: è un problema da affrontare”.
La cerimonia, presentata dal giornalista Alberto Dallatana, è stata introdotta dalla relazione annuale del presidente di Anmic Parma, Walter Antonini, il quale ha consegnato i riconoscimenti ai premiati, insieme a Umberto Guidoni, vicepresidente Anmic Parma, e Alberto Mutti, oggi membro della giunta esecutiva nazionale di Anmic, presidente della sezione di Parma per 36 anni.
Antonini, nel suo intervento, ha prima tratto un bilancio degli ultimi mesi della vita delle persone con disabilità sul nostro territorio, poi ha racconta i principali progetti dell’associazione Anmic, senza dimenticare le battaglie per la tutela dei diritti, ultima delle quali quella relativa alle pensioni di invalidità. I ringraziamenti sono andati a tutti coloro che con Anmic lavorano o collaborano, ai volontari, ma soprattutto ai premiati. “Ci piacerebbe fosse l’ultimo anno che molte persone disabili passano chiusi a casa”, ha concluso Antonini.