Photovoice

Una mostra fotografica restituisce lo sguardo di otto ragazzi delle scuole medie: in via Bandini le foto ci rivelano il racconto del loro rapporto con la città e con loro stessi.

Il corridoio del secondo di via Bandini 6, in questi giorni ci offre uno squarcio sul mondo dell’adolescenza attraverso l’esito del progetto Photovoice. Le foto di otto ragazzi e ragazze ci invitano a soffermarci sul loro personalissimo modo di interpretare la realtà.

E’ questo l’esito di un percorso che, per tre mesi, ha accompagnato otto giovani delle scuole secondarie di primo grado di Parma attraverso esperienze significative insieme all’associazione Kwa Dunia, in un contesto extrascolastico.
l’azione è parte del progetto “Orientamente: il futuro comincia adesso”, realizzato in collaborazione con il Comune di Parma. Rientra nell’ambito di Attivi sempre che è finanziato da Fondazione Cariparma.
Un modo diverso di fare scuola capace di valorizzare le competenze che difficilmente emergono sui banchi. Un modo per offrire spazi dove gli studenti possono apprendere anche grazie all’esperienza e allo sviluppo di relazioni significative tra pari e con figure adulte competenti che, con passione, esprimono il loro impegno e il loro desiderio di stare a fianco dei ragazzi nel compito che li attende: cercare il “loro” posto nel mondo.

Il testo del pannello che accompagna la mostra.

“I pannelli che seguono rappresentano l’esito del laboratorio di photovoice che ha visto coinvolti sei ragazzi e due ragazze durato tre mesi nel 2023.

Il photovoice è un metodo di ricerca che esplora temi sociali e personali attraverso un uso consapevole del linguaggio fotografico, accostato a una rielaborazione narrativa.

Abbiamo accompagnato Gurjant, Mary Angel, Emilio, Salvatore, Omar, Amira, Cristian e Firas nell’esercizio dello sguardo e delle sue potenzialità per affinare il nostro strumento di lavoro.
Abbiamo provato a stare in relazione tra di noi e con il mondo esterno. Abbiamo scelto come campo d’indagine il loro rapporto con la città e con loro stessi, ma ci siamo anche fatti portare dove hanno voluto loro, curiosi di scoprire i loro interessi, prendendo anche strade impensate.

Le immagini, scelte fra le tante che sono state scattate, hanno fatto emergere emozioni, pensieri, ricordi. Abbiamo scelto di mostrarvi i pannelli così come i/le ragazzi/e li hanno prodotti, senza aggiustamenti o abbellimenti: vogliamo che esprimano gli stati d’animo, la fatica, il disimpegno, il gioco, la noia, la soddisfazione, ma anche il desiderio di non scoprire tutte le carte, di non mettere pienamente a nudo il loro sguardo sulle cose, la loro voglia di proteggersi e la loro ambiguità.

Accompagniamo la visita con alcune immagini di backstage, momenti “al volo”, colti da loro e da noi, e le intervalliamo con le loro parole, raccolte con cura attraverso un ascolto acrobatico, che raccontano il nostro percorso, difficilmente sintetizzabile, perché ha la complessità della vita.

Nel tavolo di accoglienza ci sono i diari di bordo di chi ha partecipato al laboratorio con i loro cellulari cartonati dietro ai quali abbiamo inserito un codice QR con alcune frasi e foto prodotte durante il laboratorio. Lasciamo un quaderno bianco per raccogliere le vostre impressioni e domande. Grazie.”

Il percorso è stato realizzato grazie al contributo di Fondazione Cariparma e Regione Emilia Romagna (progetto Esperienziamoci).