L’estate dei giovani volontari

Arrivano i campi: da giugno a settembre, esperienze per rimboccarsi le maniche per una buona causa all’interno di un’associazione o di una cooperativa del territorio.

Il suono dell’ultima campanella spalanca davanti a ragazzi e ragazze il tempo lunghissimo dell’estate. Fra loro c’è chi sceglie di riempire questo tempo rimboccandosi le maniche per una buona causa e vivere una settimana o poco meno all’interno di una associazione o di una cooperativa sociale a pochi passi da casa. Per tutti, si tratta di un’esperienza straordinaria, nel senso letterario del termine perché capace di portare fuori dall’ordinario, permettendo di immergersi in un tempo-spazio diverso dal solito.

Le proposte di CSV Emilia sono tante, fra Parma, Reggio e Piacenza. Solo su Parma ci sono venti campi in programma, con 13 organizzazioni coinvolte e 185 iscritti. La maggior parte è rivolta a chi ha dai 15 ai 18 anni ma non mancano le esperienze anche per i più piccoli e quelle progettate per chi ha fino a 25 anni. Perché non c’è età per fare la propria parte da buon cittadino.

Legami, impegno, fare, partecipazione… sono tante le parole chiave che potrebbero restituire il senso di queste esperienze che il Centro Servizi propone e progetta dal 2012 insieme alle realtà solidali del territorio. Chi ne prende parte, spalanca gli occhi su mondi che spesso ignora, facendo esperienze concrete negli ambiti della disabilità, ambiente, sostenibilità, integrazione, interculturalità, migrazioni, sviluppo di comunità. Un modo efficace per sporcarsi le mani e tornarsene a casa con nuove competenze e nuove amicizie, di quelle che resistono al tempo. E oltre a scoprire la bellezza del volontariato, scoprire qualcosa di nuovo anche dentro di sé.

Piccoli gruppi di ragazzi e ragazze, guidati da un adulto esperto e dai volontari, si trovano così a curare un orto al fianco di coetanei con una disabilità, a vivere dall’interno un evento (dal fermento della preparazione, alla soddisfazione del dopo), a ridipingere le tracce bianche e rosse di un sentiero di montagna, ad aggiustare una panca, una staccionata o a far giocare i bambini più piccoli, a creare murales per rendere un luogo più accogliente o a intrecciare le relazioni di una piccola comunità, a campionare le acque di un torrente, a comprendere l’importanza della biodiversità attraverso l’osservazione della natura. Questo e tanto, tanto altro.

Molti campi prevedono il pernottamento per vivere la solidarietà h 24 dormendo con i compagni di strada in tenda, in una casa colonica immersa nella campagna, in un rifugio al bordo di un lago incantato… Per altri, invece, l’esperienza prevede che a fine giornata ognuno rientri a casa propria per ritrovarsi a continuare l’attività il mattino seguente.

Ma, indipendentemente dai luoghi che sono i più diversi, le giornate scorrono comunque intense: c’è il lavoro pratico da svolgere con gli altri, i momenti dedicati ad approfondire i temi propri dell’associazione che ospita, il tempo dell’organizzazione della vita comunitaria (si cucina, si rassetta insieme), la socializzazione e il confronto. Quel che non manca mai, sono il divertimento e la spensieratezza, il naturale corollario del piacere di stare insieme e della gioia del vedere concretamente i frutti del proprio lavoro.
I campi sono realizzati grazie al contributo di Fondazione Cariparma.