Le trincee del cuore

Il racconto di una giornata vissuta all’interno della Mensa di Padre Lino. La voce di un volontario con le maniche tirate su, il cuore grande e il dono della magia nelle parole

Di Antonio Mascolo

Il cuore è farsi su le maniche. E il volontariato è forse l’ultima forma di politica ancora credibile.
Il cuore è fatto di gesti semplici che d’incanto diventano sublimi, utili, indispensabili.
Il cuore è cortesia, attenzione, servizio,  dedizione, sensibilità.

Tagli le cipolle, peli le patate, prepari decine di confezioni monouso ( bicchiere, posate di plastica e tovagliolo), disinfetti tavoli e sedie rigorosamente distanziati, fai una scappata in cucina,  sposti una cosa, aiuti a farne un’altra,  dai una mano anche se non sai cosa fare ed è proprio lì che  capisci quanto il cuore è  a portata , se non di tutti, di moltissimi.

Il direttivo di VIP Parma, i claun di corsia, ha raggiunto un accordo coi frati  per fornire personale al mercoledì e al sabato. E’ una delle nuove frontiere  del Vivere In Positivo locale, in questi tempi dove non si possono portare sorrisi in ospedale e in tantissime altre strutture sanitarie o assistenziali.

La Mensa di Padre Lino è un miracolo terreno, non me ne vogliano i frati dell’Annunciata che sono il motorino di questo e di altro.
Ahmed è pakistano, Fatima è araba, c’è Ilario che ama le regole, tutte le regioni italiane sono rappresentate qui, tra chi prepara posti e pasti per chi ha fame, per chi non arriva a mettere assieme pranzo con cena.
Anche di là – tra quelli che chiedono –  ci sono italiani, pakistani, musulmani, africani .

Oggi a mezzogiorno assistiti in Mensa con pasti caldi  sono stati 160 (e duecento famiglie usufruiscono di pacchi cibo).

Un mappamondo di pudori, tutti salutano e ringraziano.
C’è chi si siede pochi minuti mangia e fugge via, chi ci impiega molto ma molto più tempo, coi pensieri persi e geograficamente lontani .
C’è chi arriva per ultima per non farsi vedere, chi scongiura senza troppo clamore dalle finestre lasciate aperte per scacciare anche la paura del Covid.

E’ l’orologio di umanità che segna ore intense,  belle.

“Lilla”,  Angela e frate Roberto sono direttori d’orchestra che sanno far suonare una sinfonia umile, utile e meravigliosa.

Per il bene degli altri vietato sgarrare. Tutto deve funzionare ,quelli che fanno la fila fuori della porta sono ospiti della città, ospiti di riguardo, è il caso di dirlo, anche se hanno fame, anche se la sfortuna li ha colpiti duro.
E’ di rigore far bella figura, tirare tutto a lucido, usare la grammatica del rispetto anche nei momenti che sono più critici.
Tutti i gesti sono utili, funzionali, cercati voluti e ringraziati.

Poi c’è il lavoro con gli occhi, i sorrisi, le tirate d’orecchie per chi non rispetta le file.

Qui è la città che ha bisogno di tutto e dove il tutto non basta mai.

Certo c’è chi dona cibo, certo c’è chi dona ore, certo c’è chi aiuta , ma i bisogni sembrano superare sempre la disponibilità.

Questa anche se linda, efficiente , ammirevole è una delle trincee di Parma dove si combatte duro .
Una trincea dove il cuore sa farsi su le maniche, una trincea dove sarebbe bene che tutti buttassero uno sguardo e un aiuto.

Far del bene fa molto bene anche a chi lo fa. Avanti c’è posto