Emergenza Ucraina

Cosa sarebbe successo ai profughi senza l'attivazione della società civile? La risposta tempestiva della rete “Civiltà dell’accoglienza” a chi arriva qui. CIAC fa un appello a donare denaro o mettere a disposizione un appartamento per l'accoglienza.

Già dall’inizio del conflitto in Ucraina la rete “Civiltà dell’Accoglienza” (composta da Ciac, Caritas diocesana parmense, Comunità Betania, Centro di Aiuto alla Vita, Istituto del Buon Pastore, Di Mano in Mano, Pozzo di Sicar  e Festival of Praise e molte altre tra cui l’associazione Aicc di Casalbarbato e il Centro interculturale della provincia di Parma) ha messo a disposizione con grande impegno e tempestività ai profughi ucraini, principalmente nuclei famigliari, molte donne solo con i figli arrivate o in arrivo sul territorio di Parma i propri servizi.

La rete è stata in grado di rispondere tempestivamente e concretamente alle segnalazioni di accoglienza di privati e di enti, dalla Prefettura ai Comuni. Grazie ai servizi diffusi sulla provincia, come sportelli comunali, centri d’ascolto, alla rete dei contatti con la comunità ucraina e alla collaborazione continua attiva tanti comuni come Fidenza, Collecchio, Fontanellato, Montechiarugolo, Sissa-Trecasali, altre 150 persone sono state incontrate per fornire informazioni legali, aiuti materiali necessari (dai generi di prima necessità ai tamponi covid-19); dall’iscrizione al servizio sanitario alle procedure per il soggiorno. Un lavoro continuo, che ha raggiunto quante più persone possibili arrivate dall’Ucraina, con l’obiettivo di garantire i diritti ed evitare confusioni, abbandono e improvvisazione.

Questa risposta di rete qualificata e professionale si è dovuta basare solamente sulle forze delle associazioni, del progetto Sai (Sistema di accoglienza e integrazione) dei distretti Fidenza e Sud-est e sulla generosa attivazione di singoli cittadini solidali (moltissimi hanno messo a disposizione appartamenti e stanze, e molto altro), senza dimenticare le tantissime persone ucraine che lavorano in Italia e italiane che stanno accogliendo in casa propria familiari e amici. Questo fondamentale lavoro ha supplito alla mancanza di una risposta istituzionale che ancora non c’è stata e allo scarso coordinamento tra istituzioni e servizi che, anche in questa ennesima emergenza, dobbiamo rilevare. Cosa sarebbe successo senza questa attivazione della società civile?

A chi vuole aiutare i profughi in arrivo a Parma, CIAC lancia un appello proponendo di percorrere due strade:

  • La donazione diretta per sostenere le spese di chi, per ora, non riuscirà a rientrare nei piani di accoglienza pubblici.
  • Mettendo a disposizione appartamenti o posti letto per queste persone.

Per fare una donazione con bonifico o carta di credito, trovate tutti gli estremi sul sito di CIAC onlus.

Per saperne di più: 0521. 522 080 o associazione@ciaconlus.org