Economia emotiva

Si è svolto in Università un incontro per parlare di un'idea diversa di economia dove l'affetto, le relazioni e i sentimenti possano essere il fulcro.

Lo scorso 27 aprile, all’Università di Parma si è svolto l’incontro Economia emotiva: arte, ricerca e cooperativismo con Lívia Moura, un’artista brasiliana la cui formazione artistica è profondamente radicata nella cultura popolare del suo paese. Lívia Moura fonde diversi linguaggi e mezzi artistici coinvolgendo il paesaggio e i suoi attori in rapporti di mutuo sostegno e cooperativismo. La sua ricerca è incentrata sull’idea di “economia emotiva”, termine da lei coniato per designare processi che vanno dalla pittura con pigmenti naturali, agli progetti di economia solidale e rituali incentrati sul “riciclo delle emozioni”.

Ciò che è emerso dall’incontro è un’idea diversa di economia, non basata sul capitale economico dove la moneta non sia un fine ma un semplice strumento. Una dimensione dove l’affetto può diventare il fulcro di tutto. Pensiamo alle azioni fondanti che svolgiamo gratuitamente, senza nemmeno pensare di poterne avere un controvalore economico: il crescere i figli, il prendersi cura dei genitori anziani, il fare compagnia alle persone alle quali vogliamo bene, le relazioni amicali … sono gesti di una potenza enorme.

In questo, i volontari, gli attivisti ma anche certi artisti o artigiani mossi dall’urgenza di esprimersi e i veri ricercatori, hanno in comune la consapevolezza che siano i sentimenti, le relazioni, l’affetto a muovere il mondo. Tutti loro sanno che è attraverso il dono, lo scambio che noi ci teniamo in piedi.

E’ così che oggi si cerca di connettersi sempre di più a sé stessi, alla propria verità, per stare in connessione con gli altri viventi e quindi con i diritti di tutti.

Coinvolte nella discussione: Vincenza Pellegrino e Giulia Selmi dell’Università di Parma, Maria Augusta Nicoli di Rede Unida e Francesca Bigliardi di CSV Emilia.