Crea il cambiamento

I tre vincitori del contest di Cibopertutti, in mostra fino al 23 ottobre. Giovani artisti raccontano il cibo come cura per l’umano e ciò che lo circonda.

Domenica 16 ottobre 2022 dalle 17 alle 20, in occasione della “Giornata Mondiale dell’alimentazione” si terrà l’inaugurazione di “Cibopertutti: Crea Il Cambiamento”. Una mostra per presentare le opere dei tre progetti vincitori della call per giovani artisti under 35 di Parma e provincia promossa dalla rete Cibopertutti in collaborazione con CSV Emilia e con il contributo di Fondazione Cariparma.
Sarà possibile visitare la mostra tutti giorni dalle ore 17 alle ore 20 fino al 23 Ottobre presso l’Antica Farmacia San Filippo Neri (vicolo San Tiburzio 5, Parma).

L’antica farmacia, che fa da cornice alle opere, porta in sé la storia della congregazione di San Filippo Neri, tra i primi laici della città che fondarono un luogo dedicato alla produzione di farmaci per i bisognosi.

L’eredità del luogo conferisce alla mostra il significato del cibo come cura per l’umano e per ciò che lo circonda.

Il cibo ha da sempre diversi significati: è necessità vitale, lavoro, tradizione, ma anche rituale di condivisione, di festa e occasione di dialogo. Le istallazioni presentate rappresentano spunti importanti per rivalutare il pasto e il cibo come strumenti in grado di mettere in pausa il mondo odierno, fatto di gratificazioni istantanee e rapidità ossessiva, e fermarci per condividere un raro momento di lentezza.

All’ingresso i visitatori saranno accolti dall’opera di Andrea Mancioli, “Il momento del te”, mentre nella sala centrale si troverà l’allestimento e happening Sissizio di Emma Dotti. Prendendo una boccata d’aria nel cortile esterno ci si imbatterà nell’istallazione del gruppo CNGEI Langhirano “Coco de Mer”

Andrea Mancioli

Il momento del te, acquerelli su carta

“Ho scelto il momento della distribuzione del tè alla menta come simbolo di condivisione e di consolidamento della comunità̀. Rispettare il cibo insegna anche a prendersi il tempo di gustarsi la vita e gli altri.”

Le idee emerse da questa proposta artistica sono legate al concetto di cibo come privilegio e simbolo di benessere da un lato e dall’altro come portatore dell’identità̀ di un popolo. La riflessione sta nel trovare un’altra possibilità̀, più̀ equa, sul confine tra cibo come identità̀ e nutrimento . Più̀ è identità̀ e meno ha la funzione di nutrimento. Nei paesi più̀ poveri di risorse il cibo ha un significato molto più̀ fondante, identitario e simbolico.

Andrea frequenta ARTETIPI, che promuove l’inclusione sociale e lavorativa di persone con fragilità̀ mentali e disabilità intellettive attraverso la formazione artistica in arti visive, applicando un metodo innovativo per accogliere persone fragili in un luogo gestito esclusivamente da professionisti del mondo dell’arte. E’ un’Isola creativa nata nel 2017 come luogo per la libera espressione. E’ diventato una Scuola di alta formazione in arti visive dedicata alla sperimentazione e all’occupabilità in campo artistico e grafico.

Emma Dotti

Sissizio, progetto site specific, materiali misti

(dal verbo greco συσσιτειν, “mangiare insieme”, composto da σύν, syn, “con, insieme” e σῖτον, sìton, “cibo”)

Nati in Magna Grecia, i sissizi erano pasti conviviali basati sui principi di comunione e partecipazione. Veri e propri rituali, sotto alcuni aspetti anche religiosi, in cui gli alimenti consumati avevano una storia e un significato simbolico legato alle tradizioni locali e la cui partecipazione sanciva l’appartenenza alla comunità.

E’ dalla relazione con idee e visioni altre che germinano sempre nuovi pensieri. Non si esauriscono nella durata della conversazione ma restano nell’aria per un po’ di tempo, parole galleggianti che ogni tanto risuonano dall’interno di ognuno di noi. Sissizio è mangiare e dialogare insieme, azioni che ritengo essenziale rinnovare ogni giorno di colori ed energie nuove, specialmente oggi, nella cosiddetta società del consumo che tende a ingrigire gli animi e a serrarci nell’individualismo delle nostre abitudini.

Al centro della stanza posate, piatti e bicchieri sono disposti e incastrati gli uni con gli altri in costruzioni temporanee, implicando la necessità, un po’ come in una partita di shangai, di effettuare una scelta: in che modo la mia mossa determinerà l’assetto generale della composizione? La farà crollare o non ci sarà conseguenza alcuna?

Il banchetto si compone di 6 pietanze tratte da un ricettario inconsueto frutto dell’incontro di creatività e saperi. Pensate con Emanuela Roncoroni, consulente alimentare secondo la medicina cinese, cercano di evocare in chi degusta sensazioni coerenti con i temi proposti, mescolando ingredienti e sapori più tradizionali ad accostamenti originali e al limite dell’assurdo.

Un suono di mangereccio continuo accompagna il convivio, infastidendo, forse, gli amanti del bon ton… ma in fondo è un po’ questo l’obiettivo ultimo della mostra e, a mio parere, dell’arte: mandare al diavolo le “buone maniere”, decostruirle e risemantizzarle insieme per mettere in scena, passo dopo passo, un nuovo galateo, quello delle “GIUSTE maniere”.

Alex Massafra X CNGEI Langhirano

Coco de Mer, installazione, materiali misti

L’idea nasce da un confronto tra tutti i membri dell’associazione che pian piano si è delineato nel progetto vero e proprio. Per noi è molto importante la consapevolezza alimentare, educare i nostri ragazzi a capire che le risorse non sono infinite, che ci troviamo in una condizione di privilegiati, che se il singolo produce un cambiamento riuscirà a farlo anche in un gruppo.

L’idea è quella di creare un’opera che rispecchi l’associazione, noi stessi e le nostre idee.

Una città naturale,un luogo nel quale la comunità trova vita e cambiamento, in cui tutti godono degli stessi diritti alimentari. È come se ci trovassimo in un futuro utopico dove tutto è estrema connessione naturale, dove la comunità rispetta se’ stessa e ciò che la circonda.

In questo scenario sorge una cupola che funge quasi da serra ma è più un luogo di culto; un ambiente in cui venerare ciò che ci da la vita ed attingere da essa per la sopravvivenza. Non a caso il fulcro da venerare è la pianta del Coco de Mer, un raro tipo di palma conosciuta per la suggestiva somiglianza del suo fiore e del suo frutto con gli organi riproduttivi umani. Il Cocco di mare è stato per molto tempo uno dei frutti più misteriosi della terra, dalle potenti virtù afrodisiache che si credeva crescesse su alberi sottomarini in una qualche foresta infondo all’oceano.