Buona vita, ragazzi!

E’ terminato con una grande festa l’anno di Servizio Civile per 110 giovani. Ora lo sguardo è al futuro: per tutti loro, per chi resta e per chi riparte.

Si è conclusa ieri (martedì 21 maggio), con una grande festa l’esperienza di Servizio Civile per 110 giovani che, per un anno, hanno contribuito al benessere della comunità mettendosi in gioco in uno dei 50 enti coinvolti nei 16 progetti del Copesc, il Coordinamento Provinciale Enti Servizio Civile del quale fanno parte CSV Emilia, Consorzio Solidarietà Sociale, Caritas e Lega nazionale delle Cooperative.

Il pomeriggio è iniziato con una caccia al tesoro per le vie del centro storico per scoprire i luoghi della solidarietà e ripensare, giocando, ai valori chiave del Servizio Civile. Quiz, tableaux vivant e interviste ai passanti hanno permesso a tutti di riflettere sul significato di questa esperienza unica. La giornata si è poi conclusa nel Complesso di San Giovanni con un aperitivo gioioso. A salutare i ragazzi e le ragazze c’erano alcuni rappresentanti degli enti ospitanti insieme a Paola Valinotti, presidente di Copesc, Daria Jacopozzi, assessora alla Partecipazione, associazionismo e quartieri del Comune di Parma, Ettore Brianti, assessore alle Politiche sociali e un referente dell’Associazione Italia Nostra che ha raccontato le meraviglie della Biblioteca monumentale.

Le motivazioni che spingono un giovane fra i 18 e i 28 anni a dedicare un anno della propria vita a servizio del bene comune, sono tante: approfondire una passione, porre le basi alla professione di domani, il desiderio di un’esperienza nuova, la garanzia di un piccolo stipendio mensile… C’è anche chi sceglie il Servizio Civile semplicemente in attesa di capire cosa fare del proprio futuro, una anno sabbatico che diventa un dono anche per gli altri. Ma è un dono che torna indietro, lasciando fra le mani molta più ricchezza di quella che si è elargita; ricchezza di pensiero, di relazioni, di opportunità, di cambiamenti e scelte nuove. Perché è universalmente condiviso che l’anno di Servizio Civile resta, lasciando le persone migliori.

Ad accogliere in servizio i ragazzi su tutto il territorio di città e provincia sono state scuole, Comuni, associazioni, cooperative sociali e Caritas, offrendo esperienze molto diverse per sperimentarsi con i bisogni e le fragilità di bambini, anziani, persone in povertà o con disabilità, detenuti e loro familiari, migranti, donne vittime di violenza…

Per i giovani, sicuramente un’esperienza di crescita personale, ma anche l’occasione per acquisire competenze spendibili nel mondo del lavoro, un trampolino di lancio verso il futuro.

Oltre all’esperienza sul campo, infatti, il programma del Servizio Civile ha offerto più di 100 ore di formazione che permettono ai ragazzi di sviluppare più competenze fra le quali “soft skills” importanti come la comunicazione, il lavoro in team e la gestione dei conflitti, oggi molto richieste in qualsiasi professione.

Mentre si conclude un anno di esperienze intense per 110 ragazzi e ragazze, si apre un nuovo anno di sfide per altri 70 giovani che si preparano a intraprendere il loro percorso di Servizio Civile. Otto nuovi progetti li attendono, per offrire loro l’opportunità di crescere come buoni cittadini e contribuire al bene comune.

La giornata era parte del calendario di iniziative del Patto Sociale per Parma.