Attivi subito sull’emergenza

Una comunità dalla parte dei più fragili: il progetto ha fatto il punto sulle attività realizzate per rilanciare verso il futuro.

Oggi al Circolo di lettura, i protagonisti di “Attivi subito sull’emergenza” hanno fatto il punto su un anno di attività per poi rilanciare il progetto verso il futuro. È emerso che, in questi lunghi mesi che ci lasciamo alle spalle, la pandemia ci ha mostrato una comunità capace di prendersi cura delle famiglie più vulnerabili, una comunità fatta di associazioni, cooperative, enti e istituzioni ma soprattutto fatta di uomini e donne che non hanno esitato nel porre a servizio degli altri passione e competenza.  

Con Attivi subito sull’emergenza, CVS Emilia e Consorzio Solidarietà Sociale hanno coordinato una rete forte e dinamica contando sul sostegno di Fondazione Cariparma che con lungimiranza ha saputo individuare in tempi rapidi le priorità urgenti sulle quali investire, per aiutare direttamente e in modo mirato chi si trovava in difficoltà. I 400 mila euro messi a disposizione del progetto hanno permesso di muoversi su tre fronti: le famiglie in povertà economica, quelle dove è presente una persona con disabilità e quei ragazzi in povertà educativa che la DAD ha ulteriormente infragilito. 

Tanti gli elementi vincenti di quello che si è dimostrato essere un metodo di lavoro efficace e innovativo. In primis una grande capacità di collaborazione tra servizi pubblici ed enti privati, capacità costruita nel tempo che ha permesso di coordinare le forze perché ciascuno potesse fare al meglio la propria parte.

Poi la presenza sul territorio di un Terzo Settore qualificato e competente, profondamente radicato nel tessuto sociale. Di fronte alle difficoltà dei più deboli, cooperative e associazioni si sono fatte trovare pronte e hanno saputo rimboccarsi le maniche, inventare strade nuove e proposte su misura.  

Gli operatori, i volontari e gli educatori delle tante realtà del terzo settore coinvolte hanno lavorato insieme alle istituzioni per intercettare i bisogni e costruire risposte integrate. Grazie ai quattro Uffici di Piano e alla collaborazione dei servizi dei Comuni si è cercato di non lasciare solo nessuno. 

Nell’ambito della povertà alimentare il primo obiettivo è stato sostenere nella spesa le famiglie in povertà. La Fondazione Giberti di Fidenza e gli Empori Parma, Val Parma, Val Taro sono stati il ponte per 2150 famiglie che hanno potuto mettere in dispensa latte, carne, pesce, olio, frutta e verdura. Agli alimenti essenziali per una dieta sana si sono aggiunti i prodotti per l’igiene e la cura personale. A chi non poteva uscire per raggiungere i market, ci ha pensato Auser consegnando le spese di casa in casa. Non un semplice servizio ma un volto amico e rassicurante alla porta.

Sul fronte della povertà educativa, il pensiero è andato a quei ragazzi che rischiavano di scivolare nell’isolamento non potendo connettersi alla didattica a distanza perché privi degli strumenti necessari. Sono settantatré i bambini e i ragazzi che, oltre al materiale tradizionale, hanno ricevuto un tablet, un notebook o un portatile per seguire le lezioni. Per arrivare alle famiglie è stata fondamentale la rete dei “Laboratori compiti” del Comun di Parma di cui l’associazione LiberaMente è capofila. Grazie al lavoro delle scuole e dei volontari, ogni ragazzo è stato contattato, ha ricevuto il suo device, gli è stato insegnato a usarlo. Le scuole coinvolte, in prevalenza del primo ciclo, sono state: gli Istituti Comprensivi Toscanini, Parmigianino, Parma Centro, Bocchi, la Direzione Didattica Fratelli Bandiera e l’ITE Bodoni

Infine un lavoro molto ponderoso e delicato è quello che ha coinvolto 285 minori e adulti con disabilità intellettiva. Grazie a 30 associazioni e cooperative, per ciascuno di loro è stato pensato un intervento mirato, di concerto con le famiglie e i servizi. Quei momenti di svago e crescita attraverso esperienze individuali o in piccoli gruppi, sono stati l’occasione per uscire di casa e ritornare a una vita normale; una boccata d’aria anche per le famiglie, appesantite da un lavoro di cura diventato estenuante.

Gli enti che hanno contribuito a tutto questo sono: le associazioni Ancescao, ANFFAS, Artetipi, Budokwaj, CAI Parma, CemLira, Intercral, La Cordata, Arcobaleno, Circolo Due Fiumi; le  cooperative sociali: Aurora Domus, Articioc, Cigno Verde, Connessioni, Di Mano in Mano, Dopo di Noi, Emc2, Fiorente, Gruppo Scuola, Insieme, La Bula, Lasse, Le Mani Parlanti, Molinetto, Il Campo d’Oro, Il Cortile, Il Giardino, I Girasoli, Insieme, Pro.Ges e World in Progress. Insieme a loro hanno lavorato tanti professionisti che hanno messo i loro talento a disposizione dei ragazzi.

Ora il progetto guarda al futuro e, facendo tesoro di un anno di esperienza, allarga il campo ad altri bisogni che questa fase storica ci pone di fronte.

I nuovi ambiti di intervento che si aggiungono a quelli già citati sono: la povertà abitativa, lo sport come possibilità di inclusione, il sostegno diretto alle famiglie in difficoltà, il ritiro sociale in adolescenza e la fragilità dei giovani con proposte di esperienze di crescita.  

Partono da qui le nuove sfide che la comunità si prepara ad affrontare, forte della strada già percorsa. Ancora una volta, ciascuno per la sua parte, lavoreremo insieme per dare forma alla cultura della solidarietà fatta di gesti che mettono al centro il bene comune per una società più attenta e inclusiva.