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Un incontro sulle donne nella Resistenza armata. Il 27 aprile a cura di Centro Studi Movimenti
Giovedì 27 aprile alle ore 18.30, in Piazzale Picelli a Parma, il Centro Studi Movimenti invita a “Essere partigiana – Un incontro sulle donne nella Resistenza armata”. Racconti di Margherita Becchetti, Ilaria La Fata e Elisabetta Salvini. Letture di Resi Alberici.
Come arrivano le donne alla scelta partigiana? Ogni donna ha avuto motivazioni proprie alla base della propria scelta ma ciò che le ha accomunate è stato senza dubbio il loro essere libere, non obbligate da alcun bando di arruolamento: le donne non dovettero fuggire, scappare, nascondersi. Chi scelse lo fece in nome di un imperativo interiore, morale o politico che fosse.La scelta femminile fu dunque più libera di quella maschile e anche molto più trasgressiva perché comportò un atto di disobbedienza non solo verso le leggi in vigore ma anche nei confronti delle consuetudini di genere e dei comportamenti riconosciuti leciti o illeciti per il mondo femminile. La promiscuità dell’esperienza partigiana fu un fatto nuovo per la società dell’epoca e non era cosa ritenuta adatta ad una ragazza per bene: passare la notte insieme a degli uomini, trascorrere le giornate con loro, sfuggire al controllo della comunità, trasgredire i codici della morale del tempo… erano tutte cose che suscitavano un certo scandalo, che sollevavano voci di paese e giudizi poco lusinghieri e che, durante e finita la guerra, suscitarono sicuramente curiosità e domande maliziose: Che cosa ci facevano quelle ragazze in mezzo a tutti quei ragazzi giorno e notte? Insinuazioni che fecero sicuramente desistere molte donne dallo scegliere di unirsi a una banda partigiana, di imbracciare le armi come i coetanei maschi, di vestire da uomo…
In collaborazione con Casa delle donne, Fondazione Matteo Bagnaresi e Barrique Piazzale Picelli. Con il patrocinio di Comune di Parma e Regione Emilia Romagna