Scuola nel parco

ADA Associazione Donne Ambientaliste, Fruttorti di Parma, Legambiente Parma, Parma Sostenibile, WWF Parma esprimono il loro sconcerto nei confronti del Comune di Parma a proposito della scuola in progetto nell’area ex Castelletto.

Pubblichiamo il comunicato stampa che ci arriva da un gruppo di associazioni attive per l’ambiente: ADA Associazione Donne Ambientaliste, Fruttorti di Parma, Legambiente Parma, Parma Sostenibile, WWF Parma.

La scuola nel parco… che non c’è più

Le associazioni ambientaliste già nel 2019 e 2020 avevano dialogato con l’amministrazione del Comune di Parma affinché gli interventi edilizi di realizzazione della scuola nell’area dell’ex[1]Castelletto risultassero rispettosi del bosco esistente, ricevendo positive rassicurazioni.

Cionostante, il risultato del recente avvio dei lavori è di tutt’altra sostanza. Del bosco che occupava i 6.5 ettari dell’area ex-Castelletto non è rimasto più nulla se non una dozzina di piante con sopra un cartello che recita “Da trapiantare”. Anche della ricca fauna che popolava l’area, con numerose specie di uccelli, ricci, lepri, fagiani, scoiattoli, anfibi ed insetti non resta più nulla poiché l’habitat dal quale dipendevano è stato totalmente distrutto.

Nell’articolo che promuoveva il progetto vincitore del bando si legge: “Siamo stati ispirati, già in fase pre-Covid, dalle esperienze del nord Europa che utilizzano una didattica nel bosco.” Peccato che del bosco non resti traccia. Anche ammettendo che gli alberi fossero da abbattere in toto a seguito della perizia di un agronomo, non risulta la previsione, nemmeno sulla carta, di un bosco ex-novo di compensazione.

Quella che si vede nei rendering è un’urbanizzazione vecchio stile in cui alcune essenze arboree sono inserite alla pari di panchine e lampioni in un ambiente ecologicamente morto. Un “verde” che da insegnare alle future generazioni pare abbia solo quello che il verde urbano non dovrebbe essere. Se si voleva realizzare una scuola nel parco forse ci si sarebbe dovuti rivolgere, oltre che agli architetti, anche agli esperti di “educazione all’aperto” per inserire nel progetto ad esempio un’area a bosco naturale, siepi ed aree arbustive, un laghetto della biodiversità, un prato fiorito e giardini per gli insetti, le farfalle e gli uccelli, progettati da naturalisti ed ecologi sulla base di un modello ecologicamente funzionale. I promotori del progetto vincitore dichiaravano che: “Le piante abbattute saranno o implementate all’interno dell’area stessa o rimesse a dimora all’interno del quartiere perché noi vogliamo un bilancio arboreo non solo zero ma positivo rispetto all’intervento” Un bosco maturo di 30 o più anni non si può compensare con qualche giovane alberello da vivaio piantato qui e là in città che spesso non sopravvive all’estate per mancanza di cure. In questo caso specifico le piante arboree abbattute “da compensare” sono centinaia.

Ci si chiede inoltre quanti siano i metri quadri che saranno impermeabilizzati in più rispetto all’esistente e che andrebbero anch’essi “compensati” considerando anche la scelta di optare per edifici monopiano in controtendenza con le ultime direttive di sviluppo urbano ai fini della conservazione del suolo. Si chiede dunque di rendere pubblico quanto prima il piano di compensazione previsto nel quartiere e nell’area in esame, come dichiarato dai promotori. Le associazioni restano, come sempre, disponibili a collaborare ed avviare un percorso costruttivo sia per perseguire al meglio attività di compensazione che per arricchire il progetto con componenti ecologiche e legate alle biodiversità che possano realmente evocare una scuola nel bosco.

Le associazioni ADA Associazioni Donne Ambientaliste, Fruttorti di Parma, Legambiente Parma, Parma Sostenibile, WWF Parma.