Libera Università del Sapere Critico

In partenza a febbraio tre nuovi corsi: "Arte e politica", "Tecnica, Natura, Catastrofe", "Sulle barricate. Il primo antifascismo"
A febbraio inizieranno tre nuovi corsi della Libera università del sapere critico:

Arte e politica.
L’arte come strumento del dissenso dal Novecento ad oggi a cura di Roberta Minnucci 
Disciplina: Storia dell’Arte
Periodo: 27.01.2022 – 24.02.2022
Giorni: giovedì 18:30-20:00
Costo: 50 euro (studenti/esse 25 euro)
Modalità corso: online 
Quando l’arte si fa politica? Qual è stato il suo ruolo nei cambiamenti sociali e nel contesto storico negli ultimi decenni? L’arte contemporanea, più di quella dei secoli passati, si è fatta portatrice di istanze sociali e rivendicazioni politiche. Di fronte agli eventi del presente, l’arte si è dimostrata una grande alleata delle forze emergenti dal basso e di collettività che i poteri istituzionali non volevano ascoltare, ed ha accompagnato grandi rivolgimenti nella società. È stata utilizzata per denunciare e ricordare, rivendicare e protestare. Il corso si propone di indagare e valutare criticamente la funzione dell’arte come strumento politico e sociale di cambiamento dai primi decenni del Novecento ad oggi, attraverso alcuni temi e casi studio di particolare rilevanza, fornendo allo stesso tempo gli strumenti necessari per comprendere le nuove modalità espressive del contemporaneo. Affiancando ad una prospettiva internazionale l’analisi della specificità della situazione italiana, il corso intende far emergere l’effetto destabilizzante e la potenzialità sovversiva della creatività individuale e collettiva. Partendo dall’uso dell’arte come mezzo di denuncia della violenza dei totalitarismi e della guerra nella prima metà del Novecento, si analizzerà successivamente l’utilizzo del linguaggio artistico come forma di protesta nei decenni della contestazione giovanile e di rivendicazione della diversità del soggetto. Il recente dibattito sulla decolonizzazione porterà alla luce lo stretto legame tra arte, storia e memoria, mentre una considerazione dell’opera d’arte nella dimensione pubblica permetterà di evidenziarne il ruolo sociale. 


Tecnica, Natura, Catastrofe
Fine della storia e alternative nella storia a cura di Francesca De Simone e Rolando Vitali 
Disciplina: Filosofia Contemporanea
Periodo: 04.02.2022 – 25.02.2022
Giorni: venerdì 18:30-20:00
Costo: 40 euro (studenti/esse 20 euro)
Modalità corso: corso in presenza (con possibilità di collegamento on-line) 
Insieme affronteremo un percorso attraverso alcuni snodi concettuali che ci possono aiutare a comprendere l’attuale catastrofe climatica nella sua dimensione storica e filosofica. Partiremo quindi da una ricostruzione critica del concetto di natura nella modernità: dal nuovo rapporto costruttivo che l’uomo istituisce con il mondo e con l’universo, nella modernità si sviluppa un nuovo concetto di natura, che ancora caratterizza il nostro modo di comprenderla e di manipolarla. Il confronto con la svolta moderna ci porterà a problematizzare l’opposizione tradizionale tra tecnica e natura mostrando come, nella società industriale avanzata, la tecnica abbia sostituito la natura come ambiente vitale umano, divenendo così una “seconda natura”. Questo nuovo ambiente tecnico sfugge al nostro controllo e sembra rispondere a logiche ed esigenze indipendenti dalle nostre: forse proprio per questa ragione la tecnica ci appare come “naturale”. In questo contesto, le catastrofi contemporanee, nella loro crescente complessità, sfidano le facoltà umane di percezione e di comprensione. Infatti, benché ci troviamo già da tempo dentro una catastrofe climatica senza precedenti, ne possiamo percepire soltanto dei frammenti e quindi fatichiamo ad affrontarla adeguatamente. Di fronte a questa prospettiva, anche l’orizzonte d’aspettativa storica risulta inevitabilmente compromesso: la “fine della storia” significa oggi non più il raggiungimento di una conciliazione o di un’umanità liberata ma letteralmente l’estinzione dell’uomo e la fine del tempo.  

Sulle barricate.
Il primo antifascismo, gli Arditi del popolo e la rivolta di Parma del 1922 a cura di William Gambetta e Margherita Becchetti in collaborazione con ANPI Provinciale di Parma 
Disciplina: Storia Contemporanea
Periodo: 14.02.2022 – 07.03.2022
Giorni: lunedì 18:30-20:00
Costo: 40 euro (studenti 20 euro)
Modalità: corso in presenza (con possibilità di collegamento on-line) Nell’agosto 2022, ricorrerà il centesimo anniversario delle Barricate antifasciste di Parma. Un episodio particolarmente importante nella storia della città ma diventato anche un evento-simbolo dell’antifascismo italiano e non solo. In seguito allo sciopero generale del 1° agosto 1922 contro le violenze fasciste, arrivarono in città migliaia di camicie nere determinate a piegare le organizzazioni locali del movimento operaio. A quella mobilitazione i rioni dell’Oltretorrente e del Naviglio-Saffi insorsero in armi, resistendo dietro barricate e trinceramenti. Dopo tre giorni di scontri, nonostante la spedizione fascista fosse guidata da diversi importanti ras – tra i quali Italo Balbo, venuto da Ferrara, su ordine della direzione del partito – la rivolta popolare ne uscì vittoriosa. A guidarla furono soprattutto gli Arditi del popolo, costituiti a Parma un anno prima, sotto l’impulso del deputato socialista Guido Picelli. Il breve corso intende analizzare quegli eventi in relazione al contesto nazionale (le differenti posizioni dei partiti operai di fronte alle violenze squadriste, la nascita degli Arditi del popolo a Roma e la loro diffusione in molte altre città, gli episodi più significativi di resistenza armata al fascismo) e alla storia delle classi popolari del Parmense (la lunga tradizione del ribellismo dell’Oltretorrente, il ruolo politico del sindacalismo rivoluzionario e del socialismo massimalista, le difficoltà del fascismo locale). L’ultimo incontro porrà particolare attenzione ai percorsi della memoria collettiva e all’uso politico delle Barricate del 1922 da parte di istituzioni, partiti e movimenti sociali. 

I corsi in presenza si svolgeranno presso l’Auditorium della Fondazione Matteo Bagnaresi, in via Saragat 33/a a Parma. Anche i corsi previsti in presenza potranno essere seguiti online tramite la piattaforma googlemeet. 
Per accedere ai corsi LUSC è necessario essere soci del Centro studi movimenti (il costo della tessera annuale è di 15 euro). 
Tutti i corsi sono validi per la formazione degli insegnanti. Per i docenti è prevista l’autorizzazione alla partecipazione in orario di servizio ai sensi degli articoli 64 e 67 del CCNL 2006-2009, in quanto l’Istituto nazionale “F. Parri” (ex Insmli) e la rete degli Istituti associati, di cui fa parte anche il Centro Studi Movimenti, hanno ottenuto il riconoscimento di agenzia formativa, con decreto ministeriale del 25/05/2001, prot. n. 802 del 19/06/2001, rinnovato con decreto prot. n. 10962 dell’ 8/06/2005, ed è incluso nell’elenco degli Enti accreditati. 
E’ possibile il pagamento con la “carta del docente”

Per info e iscrizioni ai corsi: lusc.csm@gmail.com 3294061852 (Sofia)
www.csmovimenti.org