Casa Ger Children L’Albero

Il racconto di Giuseppe Sartori da Medellin sulla situazione in Colombia e sulla vita nella casa gestita dall'associazione GER

Pubblichiamo la lettera scritta da Giuseppe Sartori da Medellin, volontario dell’associazione Ger, con la quale informa sulla situazione attuale in Colombia e in particolare sulla vita nella casa Ger Children L’Albero.

La lettera racconta uno spaccato di vita quotidiana in un ambiente davvero molto difficile, rappresenta una voce di speranza che ci sprona a continuare nel nostro impegno ad aiutare e sostenere i bambini che sono ospitati nella casa di accoglienza e le loro famiglie.

“Hola, hermanos y hermanas, ¿come state?
Finalmente siamo riusciti a organizzarci per farvi arrivare ogni tanto notizie dalla nostra casa di accoglienza per bambini in Medellin- Colombia.
Nonostante i grandi problemi e contraddizioni dell’anno passato (2020) abbiamo cominciato il nuovo anno con grandi speranze e sogni.
Con la decisione serena e forte di continuare a fare il bene e aiutare a tante persone che soffrono più di noi.
Sappiamo che quello che facciamo è come una goccia in un oceano di tanti
bisogni e problemi però siamo anche convinti che il nostro mondo senza il
nostro aiuto mancherebbe di qualcosa, e di qualcosa di essenziale, che è la
testimonianza dell’amore di Dio in mezzo ai più poveri.
Vi scriviamo per stare in contatto, vi scriviamo perché avete il diritto di
sapere come il vostro aiuto è utile a tante persone e come stiamo, insieme,
costruendo il regno di Dio, dando visibilità all’Amore di Dio.
Vi scriviamo soprattutto perché vi sentiamo amici, più che amici, fratelli nel cammino della vita, con i quali condividiamo la vita, i sogni e le speranze.
Il Covid 19 ha peggiorato una situazione già difficile in Colombia: la crisi del coronavirus è arrivata nel mezzo di una grande instabilità sociopolitica e ha peggiorato problemi sociali grandissimi, mai risolti, anzi cresciuti con il tempo e diventati cronici.
Si vive una povertà-miseria strutturale in grandi settori e quartieri popolari della città di Medellin (tra cui il nostro, barrio: “San Javier” di 200.000 persone): il 50% della gente fa lavori informali, vende per strada o lavora un giorno e poi non trova lavoro per una settimana (per le chiusure, per
colpa del virus, tutto questo è peggiorato, venendo a mancare anche il poco che si poteva raccogliere).

Durante il 2020 in Medellin il 45% della gente ha avuto problemi di alimentazione, molta gente si alza tardi per mangiare solo due
volte e risparmiare un pasto (detto popolare: “Vai a dormire che il sonno nutre”).
Noi come casa dei bambini GER CHILDREN L’ALBERO abbiamo cercato di adattarci a questa nuova situazione aumentando gli sforzi per aiutare i più deboli e soprattutto quelli che in questa situazione hanno perso
tutto.
Per prima cosa, facendo il possibile per alleviare la urgenza di tante famiglie con pacchi di alimentazione basica per i più poveri. Stiamo aiutando con medicine e accompagnando con la documentazione necessaria per ricevere assistenza medica di urgenza, e con distribuzione di
mascherine e medicine. In collaborazione con la Chiesa locale (diocesi) cerchiamo casa per quelli che hanno perso la loro a causa della crisi.
Anche ai nostri bambini, come a tutti, la pandemia ha generato tanti problemi e sofferenze.
Ci ha colpiti con forza, obbligandoci a cambiare ed essere ancor più incisivi e attivi, inventando nuove forme di aiuto e solidarietà.
I nostri bambini li abbiamo accompagnati ancora con più attenzione, con amore e intelligenza. Alcuni nelle loro case (con cibo, vestiti e medicine), altri nella casa dei bambini.
Alcuni sono stati ospitati nella casa anche la notte e i fine settimana (quelli più bisognosi e a rischio).
Molti abbiamo dovuto aiutarli con il servizio medico e di salute (siamo in Colombia in un sistema dove devi pagare una assicurazione se vuoi essere assistito): abbiamo accompagnato molti con le prove del Covid, per essere accolti nell’ospedale e per ricevere la attenzione mediche necessarie.
Stiamo aspettando le indicazioni e direttive del ICBF (Istituto Colombiano di Bienastar Familiar: ente governativo che regola le istituzioni che lavorano nel sociale con bambini), sono lenti e imprecisi però non possiamo lavorare senza il loro permesso e dobbiamo seguire le loro indicazioni (norme igieniche e di salute, quanti bambini possiamo tenere nella casa fino a che la pandemia continua).

Le scuole sono chiuse e noi funzioniamo al limite del permesso.
Siamo sempre felici perché motivati dall’amore di Dio e dalla speranza che Lui non ci abbandona e ci accompagna preparando cose nuove.
Abrazos colombianos !!!”